A corto di bugie

Chi è a corto di bugie non può salvarsi
Alda Merini


Il lavoro nasce da una collaborazione con l’autrice contemporanea Marina Mander e dalle pagine del suo romanzo “La prima vera bugia”.

La storia di un bambino e della sua prima vera bugia: dire al mondo che va tutto bene, anche se mamma si è dimenticata di svegliarsi.

Una madre sbirciata dal figlio, una madre che al figlio lascia un vissuto fatto di condivisione, di relazione amorosa, di fragilità e insieme di creatività, una donna incapace di tenere insieme se stessa, ma capace di tenere insieme le parole. Come dice il protagonista bambino le parole e le storie “mettono a posto le cose. Le storie che inventi sono le tue ninne nanne personali, anche quando sono brutte non ti fanno più paura perché sei stato tu a inventarle.” Ed è la lingua materna, in grado di reinventare l’esistenza, che diviene risorsa vitale, possibilità di generare un rapporto ludico e anche salvifico con il mondo: quello del “come se”. Del fare le cose come se il peggiore degli eventi non fosse accaduto.

A corto di bugie è per tutti quelli che hanno smarrito il senso del semplice stare, dentro a una storia, dentro a un amore, dentro alla realtà. Un modo per imparare a pronunciare gli altri inevitabili addii delle nostre vite.

regia Qui e Ora residenza teatrale
revisione drammaturgica Marina Mander e Silvia Baldini
in scena Valerio Bongiorno
luci Anna Merlo
video Teresa Sala
suono Luigi Galmozzi


Dicono di noi #


In progress


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Drammaturgia Contemporanea

Italiano /

A corto di bugie

Chi è a corto di bugie non può salvarsi
Alda Merini


Il lavoro nasce da una collaborazione con l’autrice contemporanea Marina Mander e dalle pagine del suo romanzo “La prima vera bugia”.

La storia di un bambino e della sua prima vera bugia: dire al mondo che va tutto bene, anche se mamma si è dimenticata di svegliarsi.

Una madre sbirciata dal figlio, una madre che al figlio lascia un vissuto fatto di condivisione, di relazione amorosa, di fragilità e insieme di creatività, una donna incapace di tenere insieme se stessa, ma capace di tenere insieme le parole. Come dice il protagonista bambino le parole e le storie “mettono a posto le cose. Le storie che inventi sono le tue ninne nanne personali, anche quando sono brutte non ti fanno più paura perché sei stato tu a inventarle.” Ed è la lingua materna, in grado di reinventare l’esistenza, che diviene risorsa vitale, possibilità di generare un rapporto ludico e anche salvifico con il mondo: quello del “come se”. Del fare le cose come se il peggiore degli eventi non fosse accaduto.

A corto di bugie è per tutti quelli che hanno smarrito il senso del semplice stare, dentro a una storia, dentro a un amore, dentro alla realtà. Un modo per imparare a pronunciare gli altri inevitabili addii delle nostre vite.

regia Qui e Ora residenza teatrale
revisione drammaturgica Marina Mander e Silvia Baldini
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