FRUITOR PASSIV
“Il teatro è l’elaborazione collettiva di un’ipotesi di lavoro che avviene solo quando, all’uscita dallo spettacolo, la consapevolezza di non aver interpretato bene il ruolo del pubblico si mescola
all’intuizione dei tanti modi per farlo meglio. In un mondo in cui la Partecipazione è un dato di fatto
ma quasi mai reale, il teatro si assume il compito, non facile di mettere in campo una partecipazione che, senza essere necessariamente un dato di fatto (o proprio perché non lo è), riesce a essere reale.” Roberto Fratini & Roger Bernat
Come si fa cultura? In che misura programmare è una forma di drammaturgia dissimulata? E se la
Cultura consta di programmi, portati a termine da persone programmate per programmare, a che programma obbedisce il soggetto comune quando è messo a gestire la cosa culturale? Fare cultura è insomma una prestazione attorale o drammaturgica? Fare Cultura è una performance per interpreti qualificati o sarebbe meglio affidarla a incompetenti?
Come si scelgono gli spettacoli per un festival? Quali sono i ragionamenti che una direzione artistica affronta? Esistono criteri puramente estetici? Da che spettacolo mentale, da che copione
ideologico tiriamo fuori le nostre opinioni sugli spettacoli altrui? Quali gli scontri, le discussioni artistiche, economiche, etiche e politiche? Che quota di finzione ammette lo scenario del dibattito? Quanto teatro ammette la sincerità del forum? Quali le tensioni personali e la risoluzione dei conflitti in un processo di scelta? Quali processi non manifesti, occasionalmente paradossali e in qualche caso grotteschi, rendono accessibile al pubblico un certo artista o un certo spettacolo? Che porzione di Dioniso muove l’ebbrezza di decidere?
A partire da queste domande nasce il progetto condotto dal regista catalano Roger Bernat/ FFF (ES), mirato a indagare come si costruisce un dispositivo che racconti e insceni i processi decisionali e di selezione, le turbolenze dialettiche celate dietro al lavoro di una direzione artistica.
Il lavoro ha origine dalle suggestioni e dalla ricerca che Roger Bernat sta sviluppando a partire dal Festival a direzione artistica partecipata under 25 Up To You curato da Qui e Ora Residenza Teatrale e dalla Rete Risonanze.
Roger Bernat sarà spettatore per sei mesi del lavoro di Up To You e di altri festival della Rete Risonanze.
Lo show sarà un dispositivo che riproduce, testimonia e tergiversa intorno a questa esperienza.
Progetto di Roger Bernat con drammaturgia di Roberto Fratini e con la partecipazione di Francesca Albanese, Silvia Baldini, Josephine Magliozzi e Laura Valli
Software Matics Barcelona; Suono Joan Solé; Montaggio video Txalo Toloza; Gráfica Marie-Klara González
Questo spettacolo non sarebbe stato possibile senza la collaborazione disinteressata di: Agnès Mateus e Quim Tarrida, Agrupación Señor Serrano, Alessandra García, Animal Religion, Atresbandes + Bertrand Lesca & Nasi Voutsas, Azkona/Toloza, Baró d’Evel, Brodas Bros, Cabosanroque, Cris Blanco, Col·lectiu VVAA, David Espinosa, El
Conde de Torrefiel, Germana Civera, Iniciativa Sexual Femenina, Joan Català, Jordi Oriol, Juana Dolores, Las Huecas, Macarena Recuerda, Malpelo, Marcel·lí Antúnez, La Veronal, Marta Galán, Nao Albet e Marcel Borràs, Ça Marche, Núria Guiu, Nyamnyam, Pere Faura, Quim Bigas, Societat Doctor Alonso e Soren Evinson.
Produzione e curatela Qui e Ora (Milano). Coproduzione Capotrave – Infinito e Kilowatt Festival (Sansepolcro), con il sostegno di Risonanze Network (rete italiana
di festival e direzioni artistiche partecipate da giovani under 30) e del MIC.
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dispositivo teatrale
Italiano / spagnolo / 60 minuti
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